Francesco Marchetti

Francesco Marchetti
Tanto per assumersi le responsabilità :-)

lunedì 14 novembre 2011

La musica e l'economia inerziale

Cari tutti, mi chiedo sempre più come lo stato possa ignorare in maniera così sfacciata la categoria dei musicisti. Siamo tra le categorie meno rappresentate, meno tutelate e meno regolamentate del paese. Un procione sembra abbia più tutela di noi.
Eppure creiamo "economia inerziale", produciamo, cioè, denaro, che poi tramite le tasse và a beneficio di tutti, senza far niente; un pò come i politici e molti casi di impiego statale (senza generalizzare), con la differenza del beneficio di tutti.
Come? Vediamo qualche esempio:
Nel 1952 il famoso compositore americano JOHN CAGE scrive un brano dal titolo 4'33'', cioè 4 minuti e 33 secondi.


Per i meno "tecnici" questo è un brano musicale scritto per essere eseguito da qualsiasi strumento, la cui particolarità stà nel fatto di NON suonare lo strumento (vedi video). Possiamo andare a sentire un concerto dove eseguono 4'33'' , e tutto ciò che sentiremo è assoluto silenzio per 4 minuti e 33 secondi. I musicisti arrivano, montano gli strumenti, si accordano, fanno sorrisi al pubblico, si scambiano battute e così via. Inizia il concerto: il capo orchestra fa partire un cronometro, e tutti i musicisti restano immobili per 4 minuti e 33 secondi...silenzio. Alla fine di tale durata, il cronometro viene fermato ed il pubblico esplode in un fragoroso applauso, non si sà se per l'apprezzamento dell'arte, o per la tensione accumulata in tale lasso di tempo.
STA DI FATTO, che per andare a sentire questo concerto il pubblico HA PAGATO UN BIGLIETTO.
Chi altri, secondo voi, è in grado di tali prodigi? E' stata appena creata economia senza fare assolutamente niente!
Andando ad analizzare un punto di vista filosofico, inoltre, la musica (anche quella suonata) non ha sostanza: non produce materia, non ha un corpo fisico; sono semplicemente vibrazioni di diversa altezza, che tramite l'aria si vanno ad infrangere sulla nostra anima procurandoci sensazioni di gioia, tristezza, allegria, malinconia, pianto, vomito, diarrea ecc.
Quindi: i musicisti vanno a fare un concerto, la gente viene e paga il biglietto, e tutto quello che ha in cambio sono vibrazioni, nulla di materialmente specifico come, che sò, un gelato, una bibita, un maglione.
Ancora una volta abbiamo creato economia vendendo, praticamente, il nulla!
Come valore aggiunto c'è anche il fatto che il tutto si rivela estremamente eco-sostenibile.

Altro lato interessante è quello dell'interesse finanziario. Noi musicisti creiamo il più alto tasso di interesse finanziario (superiore di gran lunga all'usura) che sia mai stato offerto sulla faccia della terra.
Vediamo un esempio: lui e lei escono, stà per iniziare una storia d'amore. Lui la porta a cena fuori ed ovviamente farà di tutto per fare colpo su di lei. Arrivano al ristorante, si siedono, arriva il cameriere che con un elegante gesto fa roteare i menù sul tavolo al suono di "che je porto signò?". Nel ristorante, proprio vicino al tavolo dei due c'è un pianista. Lui sorride a lei ed al pianista, contento del fatto che avrà un sottofondo musicale romantico per la sua impresa; il pianista ricambia il sorriso, contento del fatto che qualcuno se lo sia finalmente filato dopo ore di estenuante solitudine (da cui la famosa frase "ma non era meglio una radio?"...ma il pianista fa più trendy). Ad un certo punto lui si alza, va dal pianista e gli bisbiglia all'orecchio la sua richiesta musicale, quella che diventerà la loro canzone, quella dolce melodia che riecheggerà nei cuori dei 2 piccioncini fino alla loro udienza di separazione. Il gioco è fatto: il pianista, stando fermo (anche perchè nell'80% dei casi fa finta di suonare su di una base su dischetto) ed elargendo vibrazioni ha contribuito in maniera sostanziale alla riuscita del tutto. Il pianista infatti quella sera (se gli ha detto bene) avrà guadagnato i suoi 30/40 euro, ma la società potrà godere delle centinaia e centinaia di euro che il giovane innamorato spenderà quella sera per far colpo, e nel prossimo futuro in avvocati. In numeri il pianista ha guadagnato, diciamo, 40 euro; il giovane innamorato ne avrà spesi almeno 200 quella sera: abbiamo dato luogo ad un interesse finanziario pari al 500%, suddiviso, inoltre, a vantaggio di più categorie contemporaneamente (ristorazione, fiori, cinema, carburanti, abbigliamento, intrattenimento, arte orafa e gioielleria, profilattici ecc.), sostenendo quindi più economie all'unisono.

Non ho quindi ragione del fatto che forse noi musicisti dovremmo essere considerati un pò di più, dato anche il nostro altissimo potenziale economico?

In attesa di sentire la vostra, vi mando un caro saluto!

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